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Pensa a quante volte hai sentito (o anche detto) la frase “Non esistono domande stupide, esistono solo risposte stupide.”

E pensa a tutte le volte che volevi ottenere un risultato molto più alto di quanto tu non abbia ottenuto e hai avuto la sensazione di aver sbagliato qualcosa, o addirittura la certezza matematica che era ovvio che non ci saresti riuscito.

Fatto? Bene, ora ti chiedo di considerare questo: pensare altro non è se non il processo di porsi domande e trovare le risposte.

E dimmi la verità, ti sei chiesto se sia vero, corretto? Anche se puoi rispondere molto rapidamente con un “vero!” o con un “assolutamente no!” pensaci bene, nella tua mente ti sei inconsciamente chiesto se fosse davvero così oppure no, un po’ come se avessi posto l’affermazione in forma interrogativa: “è vero?”.

Anche se hai pensato “devo prima rifletterci un istante”, in realtà stai dicendo a te stesso “devo farmi qualche domanda per rifletterci. Devo considerare un attimo questa cosa prima di dare una risposta.”

La nostra mente fa in continuazione domande e trova risposte, il segreto del successo sta nel farsi le domande giuste!

Ti dice qualcosa il nome Elias? probabilmente no. E se aggiungessi il nome Walter? Walter Elias D. nasce a Chicago il 5 Dicembre del 1901 e fino al 1966, anno della sua morte, riceve premi, riconoscimenti e onorificenze da enti, aziende e persone di tutto il globo. Nel corso della sua vita Walter crea un personaggio entrato nel cuore di molti, spinto dal forte e potente desiderio di voler portare le persone a sognare e far avverare i loro sogni: il 1928 nasce Topolino e Walt (Walter Elias) Disney è suo padre.

Nel corso della sua carriera, Walt Disney si rifiutava categoricamente di dar peso a domande che mettessero in dubbio la sua carriera, il suo operato e il suo successo. Si è soliti raccontare un episodio ricorrente negli studi Disney: ogni volta che Walt Disney voleva richiedere collaborazione ai suoi dipendenti, dopo aver lavorato insieme ad uno script, ad un’idea o a un progetto, Walt prendeva un’intera parete e ve li attaccava sopra, poi tutte le persone del suo staff dovevano scrivere sopra al progetto la risposta ad una domanda. La domanda è:

“Come possiamo migliorarlo?”

In questo modo tutti erano spinti a rispondere liberamente con le proprie idee e suggerimenti, fino ad arrivare a coprire l’intero spazio. Alla fine, Walt Disney raccoglieva tutte le risposte, esaminandole con calma, e in questo modo attingeva alle risorse di tutti i suoi collaboratori e poi produceva risultati proporzionali alla qualità del materiale ricevuto.

Le risposte che riceviamo dipendono dalle domande che vogliamo fare.

Le domande sono come la guida della nostra vita, ci indicano un percorso che può essere funzionale o disfunzionale a seconda della domanda che ci poniamo. Se per esempio mi chiedo “Signore, perché capitano tutte a me?” è certamente meno funzionale che chiedersi “Signore, cosa posso imparare da questa situazione?”, perché invece di focalizzarmi sugli aspetti negativi e di conseguenza costruirmi una strada lastricata di dubbi, incertezze e stati d’animo limitanti, posso con la giusta domanda pormi un obiettivo che sia costruttivo e far sì che il mio focus sia funzionale alla creazione di uno stato d’animo potenziante.

Cosa posso imparare da questa situazione?

Se sei in una fase della tua vita in cui stai cercando a tutti i costi di dimagrire o perdere peso e non riesci come vorresti, probabilmente hai già vissuto momenti in cui ad un attacco di fame ti sei chiesto “Che cosa mi farà sentire più sazio?”, oppure “Qual è il cibo più dolce e gustoso che potrei mangiare?”. Questo ti porta a scegliere cibi ricchi di zucchero e grassi che danno una soddisfazione al fisico intensa ma temporanea e che portano solo ulteriore infelicità.

Non sarebbe più utile se ti chiedessi “Questo cibo mi farà bene o mi appesantirà?”, o ancora meglio “Che cosa potrei mangiare che sia leggero e mi dia sufficiente energia?”. Ogni domanda che ti fai, produce una strategia mentale completamente differente e quindi obiettivi e risultati diversi.

Pensa se addirittura ti chiedessi “Se mangio questo cibo, a cosa dovrò rinunciare per raggiungere ugualmente il mio obiettivo? Qual è il prezzo da pagare se non smetto con questa permissività?”. In questo modo puoi associare la sofferenza all’idea del troppo cibo e il tuo comportamento cambia immediatamente!

Le domande hanno il potere di cambiare all’istante l’obiettivo su cui ci concentriamo e quindi il modo (stato d’animo) in cui ci sentiamo.

Ora torna con la mente all’inizio di questa pagina e più precisamente ad un momento in cui hai detto a te stesso “Non ci riesco!”, nel tentativo di fare qualcosa o quando qualcun altro ti ha chiesto di fare qualcosa.

Come ti sei sentito? È normale avere uno stato d’animo depotenziante in quel momento… perché non ti sei fatto la domanda giusta!

Torna con la mente a quel momento e senti che differenza fa quando ti fai la domanda giusta: “Non ci riesco… per ora! E cosa accadrebbe se ci riuscissi? E cosa accadrà quando ci riuscirò?”.

Due parole e due domande in più e il risultato cambia completamente: le domande hanno il potere di indirizzare la tua vita e di far venire fuori risorse che fino ad oggi non credevi di avere, a volte perché si è circondati di persone che ti dicono che è impossibile fare qualcosa, ma ricorda che quelli sono i loro limiti e non i tuoi.

Le risposte che riceviamo dipendono dalle domande che vogliamo fare.

Qualcuno diceva:

Il nostro tempo è limitato per vivere la vita di qualcun altro.

Ed è profondamente vero, tu sei in grado di farti le domande giuste e sei in grado di ottenere tutto ciò che desideri… vero!

Ti diranno che non si può fare, ma poi ti chiederanno come hai fatto!

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GABRIELE ALTOBELLI

Artigiano della Comunicazione
Mental Coach, Formatore e Consulente
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