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Qualche giorno fa ho mandato un messaggio ad una persona a me molto cara per sapere come stesse. Non la sentivo da tre mesi.

Questa mattina ho ricevuto la sua risposta. In modo del tutto inaspettato, nel messaggio confessava tutto il suo risentimento e sofferenza nei confronti di un mio atteggiamento proprio di tre mesi fa.

Quando l’ho letto sono rimasta letteralmente basito.

Mai e poi mai mi sarei immaginato di leggere quelle parole. La prima cosa che mi sono chiesta è stata:

“Davvero si è tenuta dentro tutto questo per tutti questi mesi?”

E poi:

“Per quale motivo non ha alzato il telefono e mi ha detto cosa pensasse e stesse provando?

Spesso le persone si aspettano che ci comportiamo in un determinato modo o che diciamo loro determinate cose e, quando ciò non accade, ci restano male o, nel peggiore dei casi, spariscono senza dirti perché.

Si creano dei veri e propri film nella testa e si aspettano che interpretiamo i ruoli così come loro se li sono immaginati.

Ma non è così che funziona.

Pensaci, come faccio a sapere cos’hai nella testa se non me lo dici? Come faccio a sapere che avresti voluto mi comportassi in quel modo se non so qual è quel comportamento?

Sento spesso in risposta a queste domande:

“Beh, avresti dovuto saperlo”

oppure

“Da te me lo aspettavo!”

o ancora

“Sai che funziona così!”

Dimmi: “Dove sta scritto che dovessi sapere quella cosa o che è così che funziona o che avrei dovuto prevedere che ti eri immaginato quella situazione?” Sono tutte supposizioni, tue supposizioni!

Cosa ne dici se invece di continuare a supporre o avere aspettative che l’altro faccia o dica qualcosa non iniziamo noi a chiedere se vogliamo qualcosa?

Perché invece di aspettarci che sia il nostro capo a chiamarci per proporci un aumento (che sappiamo essere molto raro) non andiamo noi a bussare a quella porta a chiederlo e smettiamo di lamentarci del fatto che non ce lo abbia proposto?

Oppure, perché invece di sparlare dell’atteggiamento che un collega ha avuto nei nostri confronti non prendiamo coraggio e andiamo a parlarci direttamente?

Perché invece di sparire lasciando che il tempo scorra non chiamiamo quella persona e le diciamo che ci siamo rimaste male e che abbiamo bisogno di una spiegazione?

Spesso le incomprensioni sorgono per mancanza di comunicazione o, ancora peggio, perché ci aspettiamo cose dall’altro che avremmo fatto noi in quella situazione.

Ripeto, noi.

Sono i nostri pensieri, le nostre aspettative e a volte ce le programmiamo talmente bene che quando non si realizzano diamo la colpa all’altro dell’accaduto.

Nessuno sa cosa abbiamo nella testa se non noi stessi e sebbene conosciamo a fondo una persona e nel nostro modello del mondo ci comporteremmo in un modo in una determinata situazione, non potremo mai davvero sapere cosa pensa o cosa farebbe l’altro se non glielo chiediamo.

Quindi smetti di immaginare, supporre e aspettare ed inizia a agire. Agisci, vai a prendere ciò che è tuo, ciò che ti meriti, chiedi, chiama. Perché solo così potrai vivere una vita senza rimpianti e piena di soddisfazioni.

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GABRIELE ALTOBELLI

Artigiano della Comunicazione
Mental Coach, Formatore e Consulente
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